Il prossimo 8 giugno entrerà in vigore il nuovo Testo Unico Sistri (Decreto 30 marzo 2016, n. 78) che andrà a sostituire integralmente il precedente Decreto Ministeriale.
Il Sistri in questi anni è stato vissuto dagli operatori come un insieme di misure e oneri insopportabili ma secondo le parole del Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti il nuovo testo "fissa con chiarezza gli obiettivi del nuovo affidamento: dalla modalità off-line di compilazione delle schede di carico e scarico all'utilizzo di formulari già "familiari" agli operatori, dalla trasmissione asincrona dei dati all'interazione e il coordinamento tra le banche dati. Uno spartiacque con un passato di troppe incertezze e criticità per le imprese".
In realtà i commenti anche autorevoli su questa nuova versione non appaiono così confortanti anche perché molte problematiche rimangono aperte e necessitano di ulteriori passaggi legislativi.
Alcuni aspetti positivi possono essere individuati nell'essere meno invasivo nella gestione quotidiana delle imprese che si occupano del trasporto dei rifiuti e nel aver fatto maggiore chiarezza su alcune tematiche, ad esempio sui tempi di inserimento delle informazioni da parte dei diversi soggetti coinvolti. Risulta inoltre fatta luce su un aspetto apparentemente banale, ma sul quale in realtà c'erano incertezze non secondarie, ovvero la definizione dei soggetti obbligati ad utilizzare il Sistri stesso.
Al di là di una serie positiva di aspetti e proponimenti va però detto che il nuovo Sistri, secondo una tradizione consolidata, rimanda a nuovi decreti importanti questioni, quali l'eliminazione delle black box e dei dispositivi USB e una vera e profonda semplificazione delle procedure per il controllo della tracciabilità.