L’industria civile e militare delle nuove tecnologie si basa in maniera massiccia su materie prime provenienti da Paesi fuori dall’Europa. E’ quanto emerge dal nuovo rapporto redatto dal Joint Research Center (Jrc) in occasione del EU Materials Week tenutosi a Bruxelles. Gli esperti si sono concentrati in particolare su alcune tecnologie, tra cui quelle per le batterie avanzate, e il risultato è stato che complessivamente solo l’1% dei materiali proviene dai Paesi europei.
La maggior parte delle materie prime proviene dalla Cina, seguita da Sudafrica, Russia e Brasile. Per le batterie agli ioni di litio, invece, oltre alla Cina, seguono come fornitori Australia e Cile.
Il Rapporto raccomanda dunque che «I decisori politici europei introducano quanto prima strategie di mitigazione nell’intera catena di approvvigionamento». E in particolare lo studio evidenzia «La necessità di un’azione più efficace sulle materie prime (critiche) in Europa. Tali azioni potrebbero includere la diversificazione dell’offerta, l’aumento dei volumi di riciclaggio e la sostituzione di CRM (Critical Raw materials)».
Altro aspetto fondamentale risulta essere la creazione di sinergie tra settore della difesa e settore civile, in quanto la carenza costante di materie prime si realizza in entrambe le parti in relazione alle nuove tecnologie.
E’ dunque evidente come l’attività di riciclaggio su varie tipologie di apparecchiature, tra cui anche i RAEE, potrà dare un contributo a mitigare questa problematica sempre più pressante.
Il Jrc ha inoltre proposto un nuovo strumento interattivo (cliccare qui per consultarlo) che permette di vedere nei prossimi anni quali saranno le materie prime di interesse per le quali verosimilmente la domanda supererà l’offerta.